Bagnoschiuma
Storia
La storia del bagnoschiuma, così come lo intendiamo nei tempi attuali, ha un’origine piuttosto recente. I primi tipi di schiuma da bagno furono ideati negli anni Sessanta, in pieno boom economico, e si diffusero rapidamente sul mercato durante il decennio successivo. In realtà, questo fortunato prodotto è frutto di una lunga evoluzione cosmetica, che affonda le sue radici in epoche lontane.
Il primo antenato degli attuali bagnoschiuma nacque nell’antico Egitto, dove la cura della persona era oggetto di particolari attenzioni. Per i membri dei ceti più alti, la pulizia era così importante che in quel periodo fu ideato il primo prototipo di doccia, consistente in un setaccio che permetteva di filtrare l’acqua. Naturalmente, il miglior rimedio al caldo torrido erano i bagni nel nido. Spesso, per eliminare il sudore e i cattivi odori, il corpo veniva deterso con unguenti profumati ed emollienti, di origine vegetale o animale.
Anche gli antichi Romani coltivavano un autentico culto per l’igiene, come testimoniano le numerose terme costruite durante l’impero. In questi ambienti, il bagno era una cura per la circolazione (ci si immergeva in acque di diversa temperatura, passando dal caldo al freddo), mentre una finissima miscela d argille, strofinata su tutto il corpo, assicurava una pulizia profonda. Dopo la conquista della Gallia, si utilizzò anche un sapone composto da cenere e sego; a questa miscela fu poi aggiunto l’olio d’oliva, per nutrire e ammorbidire la pelle.
L’olio d’oliva era molto diffuso anche presso gli Arabi: questi ultimi crearono un composto di soda e olio, utilizzando anche quello di alloro. Furono tra i primi a realizzare gli stampi per le saponette e, dopo aver conquistato la Spagna e la Sicilia, ne avviarono la diffusione in Europa.
Nel corso del Novecento, infine, si passò dai saponi solidi a quelli liquidi e il bagnoschiuma fece la sua prima comparsa.
La storia del bagnoschiuma, così come lo intendiamo nei tempi attuali, ha un’origine piuttosto recente. I primi tipi di schiuma da bagno furono ideati negli anni Sessanta, in pieno boom economico, e si diffusero rapidamente sul mercato durante il decennio successivo. In realtà, questo fortunato prodotto è frutto di una lunga evoluzione cosmetica, che affonda le sue radici in epoche lontane.
Il primo antenato degli attuali bagnoschiuma nacque nell’antico Egitto, dove la cura della persona era oggetto di particolari attenzioni. Per i membri dei ceti più alti, la pulizia era così importante che in quel periodo fu ideato il primo prototipo di doccia, consistente in un setaccio che permetteva di filtrare l’acqua. Naturalmente, il miglior rimedio al caldo torrido erano i bagni nel nido. Spesso, per eliminare il sudore e i cattivi odori, il corpo veniva deterso con unguenti profumati ed emollienti, di origine vegetale o animale.
Anche gli antichi Romani coltivavano un autentico culto per l’igiene, come testimoniano le numerose terme costruite durante l’impero. In questi ambienti, il bagno era una cura per la circolazione (ci si immergeva in acque di diversa temperatura, passando dal caldo al freddo), mentre una finissima miscela d argille, strofinata su tutto il corpo, assicurava una pulizia profonda. Dopo la conquista della Gallia, si utilizzò anche un sapone composto da cenere e sego; a questa miscela fu poi aggiunto l’olio d’oliva, per nutrire e ammorbidire la pelle.
L’olio d’oliva era molto diffuso anche presso gli Arabi: questi ultimi crearono un composto di soda e olio, utilizzando anche quello di alloro. Furono tra i primi a realizzare gli stampi per le saponette e, dopo aver conquistato la Spagna e la Sicilia, ne avviarono la diffusione in Europa.
Nel corso del Novecento, infine, si passò dai saponi solidi a quelli liquidi e il bagnoschiuma fece la sua prima comparsa.
Chimica
Sodium Lauryl Sulfate.
Esso rappresenta uno dei composti chimici maggiormente utilizzati a livello industriale, vantando un versatile profilo di applicazione che lo rende pressoché indispensabile nella formulazione della maggior parte dei prodotti per l’igiene della persona, della casa e dell’ambiente: ha portato ad una vera e propria “rivoluzione” nel campo dei detergenti sintetici, lasciando per molti anni nel dimenticatoio i vecchi saponi, la cui efficacia pulente era decisamente limitata.
Il grande successo riscosso da questo detergente è legato anche al suo profilo ecologico. A differenza di detergenti sintetici con catene ramificate come gli alchilbenzensolfonati, SLS viene degradato quasi completamente ad opera di alcuni enzimi batterici utilizzati nel trattamento di depurazione delle acque, per evitare che tracce di schiuma e detersivi finiscano nelle nostre case. Ciò ha permesso di migliorare notevolmente la qualità delle acque di scarico determinando un minor impatto sulla salute dell’ambiente.
Per capire di cosa si tratta basti pensare alla caratteristica che accomuna generalmente tutti i detergenti: la formazione di schiuma. Questo fenomeno è dovuto alla presenza all’interno della formulazione di una sostanza, chiamata TENSIOATTIVO, che ha la funzione di facilitare la bagnabilità delle superfici, la miscibilità tra liquidi diversi, nonché la rimozione dello sporco dalle superfici, sia corporee, sia di altro tipo, come pavimenti, arredo ecc.
Esistono diversi tipi di tensioattivi, ognuno dotato di specifiche caratteristiche e profili di attività. In genere sono composti organici caratterizzati da un gruppo polare ed un gruppo non polare, e possono distinguersi tra loro, in base alla natura del gruppo polare, in anionici, cationici, anfoteri e non ionici.
Il SLS appartiene alla classe dei tensioattivi anionici ed è costituito da una coda idrofoba di 12 atomi di carbonio attaccata ad un gruppo idrofilo solfato: è possibile ottenerlo per solfonazione dell’1-dodecanolo (o alcool laurilico, C12H25OH) seguita dalla neutralizzazione con il carbonato di sodio.Per etossilazione viene convertito nel lauretsolfato di sodio (o sodio lauriletere solfato, SLES), meno aggressivo verso la pelle perché essendo un solvente meno efficace è meno aggressivo nei confronti delle proteine.Il principio su cui si basa l’azione dei tensioattivi è dato dalla loro capacità di ripartirsi all’interfaccia tra due fasi immiscibili tra loro, rendendo possibile l’interazione tra fase polare e fase apolare: si formano in soluzione delle particelle sferiche, chiamate micelle, caratterizzate da un core centrale polare, contenente la fase acquosa, verso cui sono rivolte le porzioni polari della molecola, e una porzione idrofobica, costituita dalle catene carboniose apolari che stanno a contatto tra loro e con la fase apolare. Man mano che il tensioattivo raggiunge concentrazioni adeguatamente elevate si raggiunge la CMC (Concentrazione Micellare Critica) e si ha la formazione della classica schiuma, di cui le micelle sono le principali costituenti. Esse sono in grado di incorporare al loro interno le particelle di “sporco” e permettono di rimuoverle facilmente dalle superfici.
La formazione di schiuma è una caratteristica che accomuna la stragrande maggioranza dei detergenti utilizzati e rappresenta un fenomeno pressoché fondamentale nel processo di sgrassamento e pulizia. Anche sulla nostra pelle, sui nostri capelli, possiamo trovare tracce di grasso, il cosiddetto sebo, prodotto normalmente dalle ghiandole sebacee poste all’interno del complesso e articolato strato che costituisce il nostro derma: proprio per questa ragione uno dei componenti principali di bagnoschiuma e shampoo è rappresentato proprio dal tensioattivo. Il SLS risulta il più utilizzato in assoluto, sia per la facile via di produzione, che comporta di conseguenza bassi costi del prodotto finito, sia per la versatilità con cui può essere utilizzato.
Sodium Lauryl Sulfate.
Esso rappresenta uno dei composti chimici maggiormente utilizzati a livello industriale, vantando un versatile profilo di applicazione che lo rende pressoché indispensabile nella formulazione della maggior parte dei prodotti per l’igiene della persona, della casa e dell’ambiente: ha portato ad una vera e propria “rivoluzione” nel campo dei detergenti sintetici, lasciando per molti anni nel dimenticatoio i vecchi saponi, la cui efficacia pulente era decisamente limitata.
Il grande successo riscosso da questo detergente è legato anche al suo profilo ecologico. A differenza di detergenti sintetici con catene ramificate come gli alchilbenzensolfonati, SLS viene degradato quasi completamente ad opera di alcuni enzimi batterici utilizzati nel trattamento di depurazione delle acque, per evitare che tracce di schiuma e detersivi finiscano nelle nostre case. Ciò ha permesso di migliorare notevolmente la qualità delle acque di scarico determinando un minor impatto sulla salute dell’ambiente.
Per capire di cosa si tratta basti pensare alla caratteristica che accomuna generalmente tutti i detergenti: la formazione di schiuma. Questo fenomeno è dovuto alla presenza all’interno della formulazione di una sostanza, chiamata TENSIOATTIVO, che ha la funzione di facilitare la bagnabilità delle superfici, la miscibilità tra liquidi diversi, nonché la rimozione dello sporco dalle superfici, sia corporee, sia di altro tipo, come pavimenti, arredo ecc.
Esistono diversi tipi di tensioattivi, ognuno dotato di specifiche caratteristiche e profili di attività. In genere sono composti organici caratterizzati da un gruppo polare ed un gruppo non polare, e possono distinguersi tra loro, in base alla natura del gruppo polare, in anionici, cationici, anfoteri e non ionici.
Il SLS appartiene alla classe dei tensioattivi anionici ed è costituito da una coda idrofoba di 12 atomi di carbonio attaccata ad un gruppo idrofilo solfato: è possibile ottenerlo per solfonazione dell’1-dodecanolo (o alcool laurilico, C12H25OH) seguita dalla neutralizzazione con il carbonato di sodio.Per etossilazione viene convertito nel lauretsolfato di sodio (o sodio lauriletere solfato, SLES), meno aggressivo verso la pelle perché essendo un solvente meno efficace è meno aggressivo nei confronti delle proteine.Il principio su cui si basa l’azione dei tensioattivi è dato dalla loro capacità di ripartirsi all’interfaccia tra due fasi immiscibili tra loro, rendendo possibile l’interazione tra fase polare e fase apolare: si formano in soluzione delle particelle sferiche, chiamate micelle, caratterizzate da un core centrale polare, contenente la fase acquosa, verso cui sono rivolte le porzioni polari della molecola, e una porzione idrofobica, costituita dalle catene carboniose apolari che stanno a contatto tra loro e con la fase apolare. Man mano che il tensioattivo raggiunge concentrazioni adeguatamente elevate si raggiunge la CMC (Concentrazione Micellare Critica) e si ha la formazione della classica schiuma, di cui le micelle sono le principali costituenti. Esse sono in grado di incorporare al loro interno le particelle di “sporco” e permettono di rimuoverle facilmente dalle superfici.
La formazione di schiuma è una caratteristica che accomuna la stragrande maggioranza dei detergenti utilizzati e rappresenta un fenomeno pressoché fondamentale nel processo di sgrassamento e pulizia. Anche sulla nostra pelle, sui nostri capelli, possiamo trovare tracce di grasso, il cosiddetto sebo, prodotto normalmente dalle ghiandole sebacee poste all’interno del complesso e articolato strato che costituisce il nostro derma: proprio per questa ragione uno dei componenti principali di bagnoschiuma e shampoo è rappresentato proprio dal tensioattivo. Il SLS risulta il più utilizzato in assoluto, sia per la facile via di produzione, che comporta di conseguenza bassi costi del prodotto finito, sia per la versatilità con cui può essere utilizzato.
AVVERTENZEINCI
Quando acquistiamo un prodotto cosmetico o un detersivo, credo che non sia importante soffermarsi sulle indicazioni scritte sul fronte del flacone, ma sulla sua composizione chimica, scritta piccola piccola nel retro, l'INCI appunto, che spesso nasconde delle sorprese...
INCI significa “International Nomenclature of Cosmetic Ingredients” ed è la lista di tutti gli ingredienti contenuti nel prodotto, scritti in ordine decrescente fino all'1%, poi si possono mettere a piacimento.
I nomi delle sostanze vengono scritti in latino (es. nomi botanici delle piante) oppure in inglese, se le molecole hanno subito processi chimici o sono prodotte in laboratorio.
Per i cosmetici l'INCI completo sul flacone è obbligatorio, secondo la Direttiva CEE 76/768.
Per i detersivi non è obbligatoria la lista sul contenitore, ma esiste il Regolamento Europeo sui detergenti (n. 648/2004), che impone al fabbricante di avere un sito web (indicato in etichetta) dove si devono trovare tutti i componenti del prodotto in ordine decrescente.
E' importante precisare che i prodotti cosmetici presenti sul mercato NON SONO TOSSICI o FUORILEGGE, perché le sostanze che contengono devono essere in percentuali i cui limiti sono stabiliti per legge.
Il problema è l'accumulo, ovvero la somma delle quantità di una certa sostanze problematica che mi metto addosso in una giornata. Infatti potrebbe essere nel sapone per le mani, nel bagnoschiuma, nel dentifricio, nella crema viso, crema corpo, ecc. e quindi potrei superare di gran lunga la dose consentita e ritenuta non dannosa per l'uomo.
Quando acquistiamo un prodotto cosmetico o un detersivo, credo che non sia importante soffermarsi sulle indicazioni scritte sul fronte del flacone, ma sulla sua composizione chimica, scritta piccola piccola nel retro, l'INCI appunto, che spesso nasconde delle sorprese...
INCI significa “International Nomenclature of Cosmetic Ingredients” ed è la lista di tutti gli ingredienti contenuti nel prodotto, scritti in ordine decrescente fino all'1%, poi si possono mettere a piacimento.
I nomi delle sostanze vengono scritti in latino (es. nomi botanici delle piante) oppure in inglese, se le molecole hanno subito processi chimici o sono prodotte in laboratorio.
Per i cosmetici l'INCI completo sul flacone è obbligatorio, secondo la Direttiva CEE 76/768.
Per i detersivi non è obbligatoria la lista sul contenitore, ma esiste il Regolamento Europeo sui detergenti (n. 648/2004), che impone al fabbricante di avere un sito web (indicato in etichetta) dove si devono trovare tutti i componenti del prodotto in ordine decrescente.
E' importante precisare che i prodotti cosmetici presenti sul mercato NON SONO TOSSICI o FUORILEGGE, perché le sostanze che contengono devono essere in percentuali i cui limiti sono stabiliti per legge.
Il problema è l'accumulo, ovvero la somma delle quantità di una certa sostanze problematica che mi metto addosso in una giornata. Infatti potrebbe essere nel sapone per le mani, nel bagnoschiuma, nel dentifricio, nella crema viso, crema corpo, ecc. e quindi potrei superare di gran lunga la dose consentita e ritenuta non dannosa per l'uomo.