La bocca: un sistema complesso meccanico-chimico-biologico.
La cavità orale costituisce un ecosistema formato da habitat molto diversi tra loro. E' caratterizzata inoltre da un'elevata dinamicità dovuta alla continua eliminazione ed introduzione di batteri e alimenti. Pertanto anche se esiste una popolazione batterica residente, occasionalmente non deve sorprendere il fatto di ritrovare nella cavità orale microorganismi che di solito colonizzano altri siti dell'ospite.
Tra i fattori che influenzano l'ecosistema orale, i più importanti sono: la presenza della placca, l'igiene orale, i trattamenti odontostomatologici, le condizioni fisiche personali (non dimentichiamo che sull'epitelio è presente la fibronectina che incide sulla qualità dei batteri adesi e che il livello di tale glicoproteina dipende dalle condizioni di salute), ed infine la dieta alimentare che sicuramente porta sostanze che incidono sulla velocità di proliferazione dei batteri.
La cavità orale è popolata da microorganismi opportunisti perfettamente adattati all'ambiente. L'ambiente è formato dalle labbra, guance, palato, denti e solco gengivale. I microorganismi variano dai Protozoi, Miceti, Virus ai dominatori in termini numerici che sono i Batteri.
la cavità orale ospita più di 300 diverse specie batteriche residenti modifiche.
Tabella 1.1 Specie batteriche prevalenti nella cavità orale di individui sani
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GRAM-NEGATIVI
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Placca
Dopo accurata pulizia dei denti lo smalto risulta ricoperto dalla pellicola acquisita. Aderiscono le specie pioniere che sono cocchi gram-positivi e gram-negativi aerobi:S.sanguis, S.gordonii , Actinomyces naeslundii e Neisseria sicca mediante fimbrie che si legano alla pellicola acquisita. Da 2 a 8 ore la colonizzazione diventa "dura" o per meglio dire consolidata.Composizione della placca.Comunità composta da 200-300 specie di microrganismi (le stesse che abitualmente popolano la cavità orale). 1 mg di placca contiene ± 108 batteri, si stima che la placca individuale si all'incirca 100 mg. La distribuzione ed il sito ove sono distribuiti i microorganismi appare difficile da valutare.
Sostanze chimiche utilizzate nelle otturazioni
L'Amalgama è una polvere costituita da: 52% di Mercurio e 48% da una lega a base di Argento(16%), Stagno(26%), Rame(5%) e Zinco(1%) utilizzata dai dentisti per le otturazioni.
Una dose moderna di amalgama contiene circa 440mg di Mercurio e 400mg di lega. Una otturazione con amalgama rilascia ogni giorno da 0.5 a 0.10mg di Mercurio per fenomeni di abrasione, corrosione, disgregazione elettrolitica generati dai diversi metalli in ambiente salino come nella cavità orale, la bocca; anche i sali dei cibi, le acque gassate, gli acidi alimentari, ecc. accentuano la naturale disgregazione delle amalgame. I metalli rilasciati per il 50% si depositano nei tessuti cellulari inibendo processi enzimatici e metabolici del nostro corpo; purché siano testati normalmente il test si effettua con apparecchiature E.A.V, e Bio-compatibili con il soggetto che li deve ricevere in bocca. Buona norma comunque e estrarle, nell'impossibilità ricoprirle , se possibile, ogni tipo di metallo presente nella bocca, con idrossido di calcio, per avere un minore danno. "dalle otturazioni di amalgama deriva palesemente un rischio non irrilevante per la salute umana.
Strumenti per l'igiene orale
Dentifricio
L’inventore del dentifricio è considerato Scribonius Largus, un medico romano che nel I sec. d. C. mise a punto il primo miscuglio dedicato all’igiene orale: aceto e sale come antisettici, miele e schegge di vetro come agenti abrasivi.
Questo non vuol dire che prima non ci si lavasse i denti: gli antchi Egizi nel IV sec. a. C. mescolavano insieme sale, pepe, foglie di menta e fiori di iris. I Romani invece si servivano di composti a base di urina umana, per le sue proprietà anti - infiammatorie. Nel 1800 invece era diffusa una pasta a base di sale, calcio, carbone e polvere di mattoni.
I dentifrici moderni compaiono solo all’inizio del ‘900, in tubetti simili a quelli per i colori a tempera.
Perchè il dentifricio è importante. Lavarsi i denti con l’acqua non basta, perché per rimuovere le macchie sono necessarie sostanze collose e abrasive, contenute nel dentifricio. Una di queste è il solfato di sodio, che grazie all’azione sfregante dello spazzolino si attacca bene alle macchie per poi rimuoverle del tutto. Il dentifricio contiene anche altre sostanze indispensabili per l’igiene orale, per esempio gli agenti con proprietà antisettiche che prevengono la carie, come il fluorato di sodio o lo zinco, aromi come la menta per profumare l'alito e sostanze ad effetto benefico e protettivo come le vitamine e il calcio.
Lo spazzolinoIl primo spazzolino della storia, documentato da ritrovamenti archeologici, dimostra tutta la sua veneranda età: il reperto risale, infatti, al 3000 avanti Cristo ed è stato rinvenuto inEgitto; si tratta di un bastoncino di legno da masticare grande come una matita, trovato sfilacciato da un lato; ma scavi in ogni parte del mondo hanno confermato che questa usanza fosse diffusa.
Certo, forme e materiali erano diversi: oltre ai ramoscelli, sono stati rinvenuti anche piume di uccelli, ossa di animali e aculei di porcospino.
Alcuni di questi “metodi” vengono usati anche oggi nelle zone più interne dell’Africa e del Sud America.
Ma tornando ai ramoscelli, esistono documenti che confermano come popolazioni indiane per millenni abbiano usato i rametti di “Azadirachta indica” e dell'albero di banana non solo per fare spazzolini da denti ma anche altri prodotti per l’igiene orale.
La procedura è sempre la stessa emersa in Egitto: la punta del ramoscello di Azadirachta indica veniva masticata fino a quando non diventava morbida e flessibile, quindi utilizzabile per lavare i denti.
Nel mondo musulmano si usava invece masticare ramoscelli o radici di “Salvadora persica” pianta con proprietà antisettiche; si dice che l’usanza risalga all’epoca di Maometto.
In Cina il maestro Zen giapponese Dogen Kigen nel 1223 documentò in un suo libro, di aver visto monaci pulire i denti con uno spazzolino formato da un pennello con peli di coda di cavallo legati ad un bastoncino in osso di bue; e nel 1498 sempre in Cina ebbero origine spazzolini che usavano setole di cinghiale fermate su un bastoncino in osso o un rametto di bambù.
In realtà anche in Europa si usarono dapprima i peli di cavallo per gli spazzolini da denti, ma si dimostravano poco utili perché troppo morbidi; inoltre avevano il difetto di trattenere l’umidità favorendo la formazione di funghi e batteri che andavano ad infettare il cavo orale.
In alternativa si utilizzavano le setole di maiale.
Nel XIII secolo pochi aristocratici avevano spazzole per i denti e la pulizia orale era generalmente ottenuta con l’aiuto di un legno verde di nocciolo e lo strofinamento dei denti con un panno di lana.
D’altronde l’uso combinato di mezzi meccanici e sostanze per lo sfregamento, gli antenati dei dentifrici, composti da bicarbonato di sodio o gesso, è pratica antica quanto gli Egizi: proprio loro diedero vita ad una miscela, un impasto molto abrasivo, fatta di pomice polverizzata mescolata ad aceto di vino o vino stesso, mentre i Romani usavano l’urina per la presenza di ammoniaca molto utile allo sbiancamento.
Attenzione!
In pratica nel cavo orale albergano vari tipi di batteri , che mangiano, bevono e dormono...ma fanno anche la cacca....una delle peggiori "cacche" è l'acido lattico che incrementa il provesso cariogeno, alterando il pH della bocca. Esso agisce sull'idrossiapatite la sostanza di cui sono formati i denti...
I dentifrici contengono sostanze chimiche, quindi occhio!...
Attenzione ... ridurre, dal punto di vista alimentare, la presenza di zuccheri e miele...lo zucchero di canna danneggia allo stesso modo i denti..nota bene!
Attenzione all'uso sproporzionato di fluoro, e disinfettanti vari...
Attenzione agli abrasivi: belli i denti raschiati e rigati! Non spazzolate energicamente, ma in maniera dolce dal basso verso l'alto e viceversa.Non mangiate il dentifricio perché pregni di tensioattivi.
Attenzione alla formaldeide, sali ammonici quaternari,clorobutanolo,clorofenoli e clorodifenoli...tutti pericolosi...La migliore composizione della pasta dentifricia è con imidazolidinilurea, libera piccole quantità di formaldeide, potentissimo antibatterico.
Consigliamo i dentifrici a base di propoli....aspettiamo il prossimo studio in letteratura...
Strumenti per l'igiene orale
Dentifricio
L’inventore del dentifricio è considerato Scribonius Largus, un medico romano che nel I sec. d. C. mise a punto il primo miscuglio dedicato all’igiene orale: aceto e sale come antisettici, miele e schegge di vetro come agenti abrasivi.
Questo non vuol dire che prima non ci si lavasse i denti: gli antchi Egizi nel IV sec. a. C. mescolavano insieme sale, pepe, foglie di menta e fiori di iris. I Romani invece si servivano di composti a base di urina umana, per le sue proprietà anti - infiammatorie. Nel 1800 invece era diffusa una pasta a base di sale, calcio, carbone e polvere di mattoni.
I dentifrici moderni compaiono solo all’inizio del ‘900, in tubetti simili a quelli per i colori a tempera.
Perchè il dentifricio è importante. Lavarsi i denti con l’acqua non basta, perché per rimuovere le macchie sono necessarie sostanze collose e abrasive, contenute nel dentifricio. Una di queste è il solfato di sodio, che grazie all’azione sfregante dello spazzolino si attacca bene alle macchie per poi rimuoverle del tutto. Il dentifricio contiene anche altre sostanze indispensabili per l’igiene orale, per esempio gli agenti con proprietà antisettiche che prevengono la carie, come il fluorato di sodio o lo zinco, aromi come la menta per profumare l'alito e sostanze ad effetto benefico e protettivo come le vitamine e il calcio.
Lo spazzolino
Il primo spazzolino della storia, documentato da ritrovamenti archeologici, dimostra tutta la sua veneranda età: il reperto risale, infatti, al 3000 avanti Cristo ed è stato rinvenuto inEgitto; si tratta di un bastoncino di legno da masticare grande come una matita, trovato sfilacciato da un lato; ma scavi in ogni parte del mondo hanno confermato che questa usanza fosse diffusa.
Certo, forme e materiali erano diversi: oltre ai ramoscelli, sono stati rinvenuti anche piume di uccelli, ossa di animali e aculei di porcospino.
Alcuni di questi “metodi” vengono usati anche oggi nelle zone più interne dell’Africa e del Sud America.
Ma tornando ai ramoscelli, esistono documenti che confermano come popolazioni indiane per millenni abbiano usato i rametti di “Azadirachta indica” e dell'albero di banana non solo per fare spazzolini da denti ma anche altri prodotti per l’igiene orale.
La procedura è sempre la stessa emersa in Egitto: la punta del ramoscello di Azadirachta indica veniva masticata fino a quando non diventava morbida e flessibile, quindi utilizzabile per lavare i denti.
Nel mondo musulmano si usava invece masticare ramoscelli o radici di “Salvadora persica” pianta con proprietà antisettiche; si dice che l’usanza risalga all’epoca di Maometto.
In Cina il maestro Zen giapponese Dogen Kigen nel 1223 documentò in un suo libro, di aver visto monaci pulire i denti con uno spazzolino formato da un pennello con peli di coda di cavallo legati ad un bastoncino in osso di bue; e nel 1498 sempre in Cina ebbero origine spazzolini che usavano setole di cinghiale fermate su un bastoncino in osso o un rametto di bambù.
In realtà anche in Europa si usarono dapprima i peli di cavallo per gli spazzolini da denti, ma si dimostravano poco utili perché troppo morbidi; inoltre avevano il difetto di trattenere l’umidità favorendo la formazione di funghi e batteri che andavano ad infettare il cavo orale.
In alternativa si utilizzavano le setole di maiale.
Nel XIII secolo pochi aristocratici avevano spazzole per i denti e la pulizia orale era generalmente ottenuta con l’aiuto di un legno verde di nocciolo e lo strofinamento dei denti con un panno di lana.
D’altronde l’uso combinato di mezzi meccanici e sostanze per lo sfregamento, gli antenati dei dentifrici, composti da bicarbonato di sodio o gesso, è pratica antica quanto gli Egizi: proprio loro diedero vita ad una miscela, un impasto molto abrasivo, fatta di pomice polverizzata mescolata ad aceto di vino o vino stesso, mentre i Romani usavano l’urina per la presenza di ammoniaca molto utile allo sbiancamento.
Attenzione!
In pratica nel cavo orale albergano vari tipi di batteri , che mangiano, bevono e dormono...ma fanno anche la cacca....una delle peggiori "cacche" è l'acido lattico che incrementa il provesso cariogeno, alterando il pH della bocca. Esso agisce sull'idrossiapatite la sostanza di cui sono formati i denti...
I dentifrici contengono sostanze chimiche, quindi occhio!...
Attenzione ... ridurre, dal punto di vista alimentare, la presenza di zuccheri e miele...lo zucchero di canna danneggia allo stesso modo i denti..nota bene!
Attenzione all'uso sproporzionato di fluoro, e disinfettanti vari...
Attenzione agli abrasivi: belli i denti raschiati e rigati! Non spazzolate energicamente, ma in maniera dolce dal basso verso l'alto e viceversa.Non mangiate il dentifricio perché pregni di tensioattivi.
Attenzione alla formaldeide, sali ammonici quaternari,clorobutanolo,clorofenoli e clorodifenoli...tutti pericolosi...La migliore composizione della pasta dentifricia è con imidazolidinilurea, libera piccole quantità di formaldeide, potentissimo antibatterico.
Consigliamo i dentifrici a base di propoli....aspettiamo il prossimo studio in letteratura...
Certo, forme e materiali erano diversi: oltre ai ramoscelli, sono stati rinvenuti anche piume di uccelli, ossa di animali e aculei di porcospino.
Alcuni di questi “metodi” vengono usati anche oggi nelle zone più interne dell’Africa e del Sud America.
Ma tornando ai ramoscelli, esistono documenti che confermano come popolazioni indiane per millenni abbiano usato i rametti di “Azadirachta indica” e dell'albero di banana non solo per fare spazzolini da denti ma anche altri prodotti per l’igiene orale.
La procedura è sempre la stessa emersa in Egitto: la punta del ramoscello di Azadirachta indica veniva masticata fino a quando non diventava morbida e flessibile, quindi utilizzabile per lavare i denti.
Nel mondo musulmano si usava invece masticare ramoscelli o radici di “Salvadora persica” pianta con proprietà antisettiche; si dice che l’usanza risalga all’epoca di Maometto.
In Cina il maestro Zen giapponese Dogen Kigen nel 1223 documentò in un suo libro, di aver visto monaci pulire i denti con uno spazzolino formato da un pennello con peli di coda di cavallo legati ad un bastoncino in osso di bue; e nel 1498 sempre in Cina ebbero origine spazzolini che usavano setole di cinghiale fermate su un bastoncino in osso o un rametto di bambù.
In realtà anche in Europa si usarono dapprima i peli di cavallo per gli spazzolini da denti, ma si dimostravano poco utili perché troppo morbidi; inoltre avevano il difetto di trattenere l’umidità favorendo la formazione di funghi e batteri che andavano ad infettare il cavo orale.
In alternativa si utilizzavano le setole di maiale.
Nel XIII secolo pochi aristocratici avevano spazzole per i denti e la pulizia orale era generalmente ottenuta con l’aiuto di un legno verde di nocciolo e lo strofinamento dei denti con un panno di lana.
D’altronde l’uso combinato di mezzi meccanici e sostanze per lo sfregamento, gli antenati dei dentifrici, composti da bicarbonato di sodio o gesso, è pratica antica quanto gli Egizi: proprio loro diedero vita ad una miscela, un impasto molto abrasivo, fatta di pomice polverizzata mescolata ad aceto di vino o vino stesso, mentre i Romani usavano l’urina per la presenza di ammoniaca molto utile allo sbiancamento.
Attenzione!
In pratica nel cavo orale albergano vari tipi di batteri , che mangiano, bevono e dormono...ma fanno anche la cacca....una delle peggiori "cacche" è l'acido lattico che incrementa il provesso cariogeno, alterando il pH della bocca. Esso agisce sull'idrossiapatite la sostanza di cui sono formati i denti...
I dentifrici contengono sostanze chimiche, quindi occhio!...
Attenzione ... ridurre, dal punto di vista alimentare, la presenza di zuccheri e miele...lo zucchero di canna danneggia allo stesso modo i denti..nota bene!
Attenzione all'uso sproporzionato di fluoro, e disinfettanti vari...
Attenzione agli abrasivi: belli i denti raschiati e rigati! Non spazzolate energicamente, ma in maniera dolce dal basso verso l'alto e viceversa.Non mangiate il dentifricio perché pregni di tensioattivi.
Attenzione alla formaldeide, sali ammonici quaternari,clorobutanolo,clorofenoli e clorodifenoli...tutti pericolosi...La migliore composizione della pasta dentifricia è con imidazolidinilurea, libera piccole quantità di formaldeide, potentissimo antibatterico.
Consigliamo i dentifrici a base di propoli....aspettiamo il prossimo studio in letteratura...